In quale giorno è più opportuno effettuare un tranfer?
Nel trattamento della sterilità è spesso utilizzata la strategia della coltura estensiva a blastocisti in alternativa al transfer tradizionale degli embrioni in seconda o terza giornata. Questa procedura si applica soprattutto in casi particolari di pazienti, sottoposti a ripetuti tentativi di fecondazione in vitro, con fallimento d’impianto.
E’ ormai noto che gli embrioni possono svilupparsi fino a 5-6 giorni in ambiente extracorporeo mediante la coltura in vitro; quelli che raggiungono questa fase, avendo già superato le fasi precedenti più critiche del loro sviluppo, possiedono una capacità maggiore di impianto.
Si parte dal giorno ”zero’‘ che è quello in cui viene eseguita l’inseminazione (FIVET o ICSI), dopo aver prelevato gli ovociti (pick-up).
Subito dopo la fecondazione inizia la segmentazione: l’uovo fecondato chiamato zigote comincia a moltiplicarsi, dando origine a due cellule, poi a quattro e così via, raddoppiando di volta in volta il suo numero di cellule, inizialmente chiamati blastomeri.
Circa tre giorni dopo la fecondazione l’embrione appare costituito da 12-16 cellule; esse iniziano a compattarsi dando origine ad un aggregato detto Morula. In natura intorno al 3°÷4° giorno dalla fecondazione, la morula si sposta dalla tuba ed entra nella cavità uterina; qui si trasforma nello stadio successivo di blastocisti.
Formazione della blastocisti
Non tutti gli embrioni prodotti in vitro sono in grado di dare origine ad una gravidanza e la coltura fino allo stadio di blastocisti permette di individuare quelli con maggiore potenzialità di impianto. “Al centro dell’embrione si forma una cavità ripiena di liquido che porta le cellule verso l’esterno, dando origine alla blastocisti, costituita da una parete di cellule di forma epiteliale e da un agglomerato di cellule ben aderenti tra loro, da cui si formerà l’embrione vero e proprio”. A questo punto avviene il tranfer: la blastocisti trasferita in utero (mediante procedura indolore a mezzo di un sottile catetere), incontra l’endometrio nella fase ottimale per l’impianto (circa sette giorni dopo la fecondazione), quando è massima la ricettività, esattamente come avviene in natura.
L’endometrio umano diventa recettivo alla blastocisti soltanto per un breve periodo di tempo, durante il quale l’impianto è altamente probabile. Tale periodo viene chiamato “finestra d’impianto”, dura circa 3 giorni e coincide con la fase che va dal 19° al 21° giorno di un ciclo regolare di 28 giorni.
Tecniche di coltura
Le tecniche e i terreni di coltura sono oggi di altissima qualità e i laboratori operano attraverso nuovi macchinari e incubatori in grado di riprodurre condizioni di coltura molto simili a quelle biologiche, con telecamere integrate in grado di osservare l’evoluzione degli embrioni in un ambiente stabile, (dalla fertilizzazione fino allo stadio di blastocisti). La coltura embrionaria standard prevedeva invece di spostare gli embrioni dagli incubatori a tempi stabiliti per la valutazione morfologica, causando fluttuazione di temperatura, pH e umidità; operazioni che rischiano di alterare la qualità dell’embrione.