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Pochi donatori, ospedali in difficoltà. Ecco come si importano i gameti

1) Qual è il problema della fecondazione eterologa in Italia? 
È sempre lo stesso. A due anni dalla sentenza della Corte Costituzionale del 9 aprile 2014 che cancella il divieto di fecondazione eterologa dalla legge 40, mancano donatrici di ovuli. Gli ospedali pubblici, tranne rari casi, annaspano: i cicli eseguiti, secondo le stime, non arrivano a 500, la metà al Careggi di Firenze. Anche per i centri privati i numeri dell’eterologa restano bassi: i cicli finora eseguiti superano di poco i mille. Così avere un figlio con la fecondazione eterologa in Italia resta un’odissea.

2) Perché servono gli ovociti?
Con la fecondazione eterologa, alle coppie viene riconosciuto il diritto di fare un figlio con ovociti e spermatozoi che non appartengono a uno dei due partner. Il 70% delle richieste proviene dalle donne. Ma il loro desiderio di avere un bambino con gli spermatozoi del proprio compagno e gli ovuli donati da un’altra si ferma davanti all’assenza di donazioni.

3) Perché mancano donazioni? 
Non è un caso che manchi chi a titolo volontario e gratuito regali i propri ovociti: le norme non ammettono nessun rimborso spese per il tempo investito nelle procedure mediche e non sono neppure riconosciuti dal servizio sanitario gli esami e i controlli necessari per sottoporsi all’espianto (tranne che in Toscana). Difficile trovare chi, a tali condizioni, può accettare di sottoporsi a cure ormonali pesanti e a entrare in sala operatoria per aiutare un’altra donna ad avere un figlio.

4) In che modo viene aggirato l’ostacolo? 
Per reperire gli ovuli gli ospedali italiani che eseguono la fecondazione eterologa oggi seguono principalmente due strade: l’egg sharing(condivisione di ovociti) oppure l’acquisizione degli ovuli da banche estere.

5) In che cosa consiste la condivisione di ovociti? 
Con l’egg sharing una donna che si sottopone alla fecondazione omologa (in cui gli ovuli sono suoi e gli spermatozoi del compagno) regala gli ovuli in eccesso a un’altra. Gli ospedali principali che in Italia utilizzano l’egg sharingsono il Sant’Orsola di Bologna e l’ospedale Cervesi di Cattolica.

6) Per gli ospedali è possibile procurarsi ovuli in banche estere?
È possibile acquisirli, ma non acquistarli. Non ci può essere nessun passaggio di denaro. Il mercato di gameti è vietato dalla legge. Uno dei primi ospedali a rivolgersi a banche estere è stato il Careggi di Firenze, pioniere a livello nazionale, dove sono nati già 15 bambini con la fecondazione eterologa. Oggi altri centri stanno seguendo il suo esempio, come l’ospedale di Udine.

7) A quali con condizioni gli ospedali possono procurarsi ovuli all’estero? 
I centri fornitori devono garantire la tracciabilità dei campioni biologici. Ogni coppia deve essere abbinata a una donatrice, che viene appositamente stimolata. Per l’abbinamento vanno seguiti criteri come il rispetto dell’etnia e del gruppo sanguigno.

8) Quali sono le pratiche illegali? 
Non possono essere pagate le donatrici. Non possono essere reperiti ovuli all’estero senza la tracciabilità della loro provenienza e condizioni di sicurezza del trasporto. Né possono essere prelevati ovuli contro la volontà delle pazienti, come — secondo le accuse della Procura — ha fatto il ginecologo Severino Antinori.

fonte corriere.it

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