Con sentenza emessa il 19 luglio il Tar della Lombardia ha eliminato alcuni limiti alla possibilità di ricorrere alla procreazione assistita eterologa come prestazione assicurata dal servizio sanitario. Infatti era previsto che potessero richiedere tale prestazione le donne con un’ età massima di 43 anni e che le stesse potessero sottoporsi a non più di tre cicli nelle strutture pubbliche. Una coppia ha fatto ricorso alla delibera della Regione e il Tar ha supportato le loro ragioni, sottolineando che, a seguito dell’intervento della Corte Costituzionale, non vi è nessun limite al ricorso alla pma omologa e che quindi non vi può essere una disciplina differente per quella eterologa. Inoltre supporta tale tesi anche la legge 40 del 2004 che non pone limiti all’età della donna che chiede l’accesso alla tecnica, facendo solo riferimento all’età potenzialmente fertile. La corte Costituzionale ha sottolineato anche che le due tecniche, omologa ed eterologa, sono due species di un unico genus, avendo entrambe lo scopo di superare le difficoltà di fertilità della coppia, raggiungendo risultati in sostanza uguali e che, quindi, non sarebbe razionale tener conto di limiti differenti. I giudici del Tar ribadiscono che si verrebbe meno al principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione. Comunque la questione resta aperta ed è oggetto di varie discussioni perchè c’è una corrente di pensiero che sottolinea la più alta incidenza dei rischi per madre e figlio quando l’età è più avanzata e un’altra corrente di pensiero che mette in evidenza il lato più etico della questione sostenendo che spesso si pensa a soddisfare maggiormente il desiderio di diventare genitori a qualsiasi età e a qualsiasi costo piuttosto che a tutelare i diritti del bambino.
Fecondazione eterologa, Consiglio di Stato: “No al pagamento per intero del trattamento”
Accolto il ricorso contro una delibera della Regione Lombardia che prevedeva il pagamento da parte del cittadino dell’intero trattamento di fecondazione eterologa e non solo del ticket. Venerdì 10 aprile 2015 – Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso dell’Associazione Sos Inferilità, una società di medici che lavora nella sanità privata, e