Facciamo chiarezza: la fecondazione a fresco dell’ovocita, genera un embrione di qualità superiore alla media e con maggiori percentuali di successo?
Come è ormai noto, congelare gli embrioni è una operazione che non ne altera le prestazioni, contrariamente a quanto si è sempre saputo in merito al congelamento e scongelamento degli ovociti. Ne consegue che la fecondazione a fresco dell’ovocita, genera un embrione di qualità superiore alla media e con maggiori percentuali di successo.
Tuttavia negli ultimi anni, con l’applicazione della vitrificazione cellulare, si sono ottenuti numerosi progressi legati alla sopravvivenza dopo il congelamento dei gameti maschili e femminili.
La vitrificazione
Si tratta di una tecnica che si basa sulla prevenzione della formazione di cristalli di ghiaccio all’interno della cellula impedendo che si deteriori a seguito dello scongelamento. Gli ovociti vitrificati possono essere conservati a tempo indeterminato, mantenendo intatto il proprio potenziale riproduttivo dell’età della paziente al momento della vitrificazione.
Il trasporto è importante
In Italia, il trasferimento di gameti ed embrioni crioconservati è regolamentato dal:
- Decreto Legislativo n. 191/2007, con il quale il nostro Paese accoglie la direttiva 2004/23/CE del Parlamento Europeo che definisce le norme di qualità e sicurezza per la donazione, l’approvvigionamento, il controllo, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umane;
- Decreto del Ministero della Salute del 10 ottobre 2012, che definisce le modalità per l’esportazione o l’importazione di tessuti, cellule e gameti (cellule riproduttive, ovociti e spermatozoi) umani destinati ad applicazioni sull’uomo.
È importante, infatti, che, durante il trasferimento, il materiale biologico non subisca variazioni di temperatura che potrebbero incidere negativamente sulla vitalità cellulare post-congelamento del campione biologico. Nei laboratori di procreazione medicalmente assistita, i gameti e gli embrioni crioconservati sono stoccati all’interno di contenitori di acciaio inox o alluminio, e immersi in azoto liquido alla temperatura di –196 °C. L’azoto liquido permette la conservazione a lungo termine delle cellule.
La temperatura all’interno di questi contenitori può essere mantenuta per un tempo compreso tra 8 e 20 giorni, consentendo la movimentazione dei campioni biologici anche a lunga distanza.
Dalle precedenti osservazioni ne deriva che, se le tecniche di congelamento e scongelamento sono rigorose, i risultati clinici legati a procedure che utilizzano ovociti scongelati, sono molto più simili a quelli ottenuti da ovociti freschi.
fonti:
www.giuseppevalentiginecologo.it
www.fondazioneserono.org
www.institutobernabeu.com