ETEROLOGA: LE MAMME CHE RICEVONO UNA OVODONAZIONE SONO SOLO DELLE SCATOLE? L’EPIGENETICA CI FORNISCE UNA INASPETTATA RISPOSTA
Questa è sicuramente una domanda che si sono posti almeno una volta tutti i
genitori che hanno dovuto affrontare per vari motivi il percorso che porta alla
fecondazione eterologa.
L’epigenetica è una ramo della scienza che, nel campo della fecondazione assistita,
si occupa proprio di risolvere questo dubbio, in quanto studia le mutazioni genetiche
e la trasmissione dei caratteri ereditari non imputabili direttamente alla sequenza
del DNA.
Tante mamme che ricevono ovociti da donatrici pensano da sempre che i loro figli
non avranno mai delle somiglianze con loro ,credendo che l’embrione contenga solo
il DNA del padre e della madre donatrice.
Ciò non corrisponde del tutto alla realtà: studi recenti evidenziano come la relazione
tra madre e feto possa influire sul patrimonio genetico del nascituro .
Questa relazione inizia già durante il periodo del preimpianto in cui l’embrione
subisce delle modificazioni: il fluido secreto dalla ghiandole dell’endometrio nutre
l’embrione e qui si verifica il primo dialogo tra la madre e l’embrione. Questo fluido
rilascia l’informazione genetica della madre che viene poi assorbita dall’embrione.
Questo primo contatto spiegherebbe l’esistenza di somiglianze in alcune
caratteristiche fisiche tra mamma e figlio , anche nella fecondazione con ovociti
donati.
Esiste quindi uno scambio tra molecole della mamma (chiamate microRNA che
fanno in modo che alcuni geni piuttosto che altri siano silenziati o pregressi) e il DNA
dell’embrione . Ciò che si pensa è che grazie ai microRNA si abbia una
riprogrammazione della trascrizione dei geni del feto tramite la relazione con la
madre nella fase di pre-impianto.
Quindi l’unica risposta possibile alla domanda iniziale è che le mamme che ricevono
un’ovodonazione non sono solo una “scatola” ma donano qualcosa di se, di estremamente importante al piccolo e per questo non devono sentirsi inadatte o mancanti.