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Procreazione assistita. Incoerenze e dibattiti sulla legge n.40 del 2004

La legge n.40 del 2004 disciplina la procreazione medicalmente assistita (Pma).

Questa legge ha posto da sempre molti limiti e quindi è stata al centro di numerosi dibattiti che hanno conseguito diverse sentenze di incostituzionalità da parte della Corte Costituzionale.

L’art. 2 stabilisce che alla Pma possono accedere ‘‘coppie maggiorenni di diverso sesso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi”. Inizialmente era vietato il ricorso a tecniche di fecondazione eterologa, divieto giudicato incostituzionale con sentenza n.162/2014. Le restrizioni di questa legge hanno indotto molte coppie italiane a rivolgersi a strutture sanitarie all’estero dove vi sono legislazioni più permissive riguardo alle tecniche di procreazione assistita.

Nel corso degli anni, vi sono state tante sentenze di vari tribunali che hanno sollevato questioni di illegittimità costituzionale della Legge 40. Nel 2012  la Corte Europea dei Diritti umani ha  bocciato la legge sull’impossibilità per una coppia fertile , ma portatrice di malattia genetica, di accedere alla diagnosi di pre-impianto degli embrioni, pronunciandosi favorevolmente rispetto al ricorso Costa-Pavan. Questo è il caso di una coppia italiana portatrice di una malattia genetica che, per evitare di trasmetterla , avrebbe voluto ricorrere alla Pma con possibilità di selezionare gli embrioni sani attraverso il loro esame genetico: la coppia non ebbe il consenso ad accedere alla diagnosi genetica di pre-impianto perchè vietata dalla suddetta Legge 40. I giudici hanno rilevato l’incoerenza del sistema legislativo italiano: da una parte esso priva i ricorrenti dell’accesso alla diagnosi di pre-impianto, e, dall’altra, li autorizza ad effettuare un’interruzione di gravidanza nel momento in cui risulti che il feto concepito è malato della patologia genetica di cui sono affetti. Sulla stessa scia si sono pronunciati i tribunali di Cagliari che hanno obbligato l’azienda sanitaria locale di eseguire la diagnosi di pre-impianto per una coppia portatrice di malattia genetica.

Nell’ultimo periodo la Corte Costituzionale ha ribadito il divieto ad accedere alla Pma alle coppie omosessuali , rigettando i ricorsi di alcuni tribunali. E da ultimo ha finalmente fissato i limiti sull’età dei donatori e sul numero dei gameti.

Quindi, come possiamo notare leggendo alcune sentenze, si tratta di una legge che dopo tanti anni presenta ancora incongruenze e genera tante perplessità ed accesi dibattiti. Bisognerebbe porre rimedio a tutto ciò per evitare che l’Italia continui ad essere indietro rispetto ad altri paesi esteri e questo sia ancora causa della fuga, verso altre cliniche estere, di tante coppie con  problemi di infertilità.